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Season IX - Watkins Glen - Split 1

C’è un angolo remoto nello stato di New York, lontano sia dalle luci di Manhattan che dagli spruzzi del Niagara dove si snoda una pista… naa … troppo geographic channel…

Ricominciamo.

Ci sono sfide che portano l’uomo al limite. Ci sono momenti che esaltano il valore. Ci sono…. no, no! Questo è Caressa che si fa una canna usando il biglietto da visita di Buffa arrotolato come filtro.

Ci sono piste del c***o. Ecco, molto meglio. Non passa la censura ma almeno è vero e dritto al punto. Ci sono piste del c***o, dicevo, dove come commentavamo giustamente con Gennaro in settimana, ti sembra di andare forte e fai dei tempi di m****a.

Ci sono piste dove sbagliare la prima curva significa uccidere nella culla il tempo sul giro e rischiare di ritrovarsi nella m****a alla chicane. O, come avrebbe detto un caro amico d’infanzia, non proprio di estrazione Shakespeariana, dove ‘cercare il giro buono e sbagliare la prima curva è come andà a scopà senza c***o’.

E, se continuo con tutte ste parolacce, ci sono tastiere che se fossero una macchina da scrivere, quelle meccaniche di una volta, la colonna sonora delle segretarie con gli occhiali di vendittiana memoria, roba sconosciuta ai millenials, dicevo se fossero macchine da scrivere, avrebbero il tasto “ * “ già ridotto come la frizione di una Panda 750 col gancio traino. Ma non divaghiamo, c***o!

Insomma su questa pista infame parte la Season IX di ITJ con una formula arzigogolata: 2 split, 2 classi di auto che vanno quasi uguali e piloti di varia categoria che si aggrovigliano pelosamente in ciascuno dei due split a seconda dei tempi di qualifica fatti in settimana. A me l’unica cosa chiara è il numero della Season. Comunque le GT3 ci sono, per cui prendo una 296 e vediamo che succede. In pratica se raccontassi a qualcuno che sto facendo un campionato, alla domanda “nella prima gara come sei arrivato?”, dopo aver pensato “ dunque vediamo un po’... 13simo assoluto in split 2, ottavo se si guardano solo gli AM dello split 2, ma in classifica generale AM? Impossibile dirlo senza sapere quanti sono gli AM in split 1” la risposta che ti toglie dai guai è “non ho corso, guardavo Sanremo!”

Spoilerata la mia performance del c***o, qualche frammento di cronaca, tanto per riempire i paragrafi minimi sindacali. Parto … boh! l’ho già dimenticato giuro, comunque dietro come al solito, faccio bene i primi giri, stando fuori dai casini e approfittando degli ingorghi altrui. La pista è affollata, anche se ho accantonato l’inizio geo-colto, qualche immagine newyorkese da prendere a prestito c’è: diciamo che se ci fossero state più livree gialle e qualche clacson in più, Times Square sarebbe sembrata ancora più vicina. E già che bene o male siamo in inverno, che c’è di meglio di qualche piroetta sul ghiaccio del Rockfeller Center? Meglio in coppia però, e lo sfortunato partner di turno è il povero Calarco che prendo colpevolmente sotto braccio all’ingresso della chicane Inner loop (non a caso il nome evoca rotazioni) e ce ne andiamo insieme a muro.

Eliminato fisicamente l’avversario diretto, mi ritrovo a gironzolare da solo per parecchi giri. Subentra un po’ di noia, l’unico brivido è la bandiera gialla all’inizio del rettilineo di partenza, ma poi intuisco che dev’essere qualcuno parcheggiato male che è andato a farsi uno spritz (forse Vicio, assetato, ha lasciato la safety in doppia fila) e neanche quello mi sveglia più. Sembro pù De Niro in taxi driver, mi abbrutisco giro dopo giro, comincia ad arrivare pure qualche allucinazione (giuro di aver visto Ivan Falcone con la Jaguar!) ed ecco che mi si fa davanti il muro in uscita della chicane (sempre lei). Mi guarda storto e allora gli faccio “dici a me? Stai dicendo a me? Non ci sono che io qui!”... insomma raccolgo la provocazion e SBAM, mazzata sul muro e addio sogni di arrivare… quantesimo.

La povera 296 è ridotta maluccio ma un contaccio al volo dei danni mi fa capire che conviene completare l’ultimo giro e mezzo procedendo sghembo come il granchio marino del Massachusetts piuttosto che tornare ai box. Perdo qualche posizione e taglio la bandiera a scacchi un po’ più che quantesimo, ovvero un piazzamento del c***o.


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